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  • Susanna Gristina

Intervista a Loredana D'Ambra: "Vi racconto la mia passione per la carta"



Abbiamo avuto il piacere di incontrare Loredana D'Ambra, giovane e brillante architetto con una passione particolare: la carta. Fin da piccola Loredana amava giocherellare a modellare questo povero, ma nobile materiale, la carta, apprezzandone in particolare la malleabilità e la versatilità. Crescendo questa passione è rimasta e ha preso forma nelle meravigliose creazioni della linea di gioielli Ibekana Design: vere e proprie opere d'arte gioiello realizzate essenzialmente con la carta nelle sue più svariate forme. Dal suo desiderio di sperimentare materiali nuovi per le sue creazioni, nasce la collaborazione con il brand Korai x Kente, all'interno del KxK Network Lab, e la collezione di bijoux Korai x Kente by Ibekana Design, in cui l'uso del Kente, prezioso tessuto manufato ghanese, ha dato vita a delle creazioni molto particolari, uniche nel loro genere. L'esclusiva collezione Korai x Kente by Ibekana Design sarà esposta ad Homi Design - Milano dal 29 gennaio al 1 febbraio. Ma lasciamo che sia lei a raccontarci la sua storia.


Chi è Loredana D’Ambra? Da cosa scaturisce il tuo interesse per l'handmade, e cosa ti ha spinto ad iniziare una produzione artigianale di gioielli?


Sono un architetto laureata alla facoltà di Architettura di Palermo, ma da sempre ho coltivato la passione per il design del gioiello contemporaneo. La gioia che provo nel creare interamente a mano i gioielli mi ha portato a creare diverse tipologie di collane ed orecchini.

Perché la carta? Com’è nata in te la passione per questo materiale così lontano, nel nostro immaginario, dai bijoux?


​​Terminata la mia laurea in progettazione, mi sono ritrovata la scrivania sommersa dalla carta, dal semplice foglio A4 a fogli con texture particolari. Non potevo di certo buttarla e quindi ho iniziato ad arrotolare piccole strisce di carta ricreando delle forme organiche. Mi sono accorta che trattandolo con delle giuste vernici e protettivi diventavano molto resistenti. Così ho iniziato a creare delle perle di carta e a comporre delle collane.


La parola gioiello è associata all'idea di prezioso. La carta è un materiale povero. Qual è dunque oggi la nuova concezione di gioiello, e cosa da' valore aggiunto alle produzioni contemporanee di bijoux in materiali eco o in cui non sono necessariamente impiegati metalli preziosi?


E’ vero la parola gioiello è spesso associato a materiali preziosi, ma credo che oggi nella nostra società possiamo permetterci il lusso di considerare “gioielli” anche bijoux realizzati con materiali eco e non, in quanto un’opera di design è frutto di un’elaborazione mentale preziosa e merita di essere considerata alla stregua di un gioiello formato da materiali considerati più nobili.



Quali tecniche utilizzi per la realizzazione delle tue opere d’arte- gioiello?


In verità non ho una tecnica precisa per tutti i tipi di gioielli. E’ il design stesso del bijoux che mi suggerisce la tecnica da utilizzare. Posso lavorare con la tecnica del quilling, o l’intaglio o ancora carta pesta, certo è che quella che più mi diverte è la tecnica quilling.


​Dove nasce la tecnica del Quilling? Ci racconti qualcosa in più di quest’arte antica?


Il termine Quilling sta ad indicare “l’arte di arrotolare la carta”, la sua nascita si colloca nel lontano Medio Oriente e nel periodo del Rinascimento, quando suore e monaci utilizzavano questa tecnica per decorare le copertine dei libri e gli articoli religiosi. Spesse volte le strisce di carta che utilizzavano avevano una bordatura d’oro in questo modo imitavano l’ornamento attorno alle reliquie del Santo. Questa tecnica venne utilizzata anche intorno al 1700 dalle “gentildonzelle”, per occupare le loro giornate senza affaticarle troppo.


Come nascono le tue creazioni? Quali sono le tue fonti di ispirazione?


Principalmente la mia fonte di ispirazione è la natura, c’è tanta bellezza attorno a noi e spesse volte ce ne dimentichiamo. Quello che per qualcuno è una semplice foglia per me può essere fonte di studio per nuove forme e nuovi accostamenti di colore.

Parlaci della tua collaborazione con il brand Korai x Kente e della tua adesione al KxK Network Lab. Da cosa nasce questo tuo desiderio di cimentarti con questo particolare tessuto della tradizione ghanese all’interno del KxK Network Lab?


La partecipazione a KxK Network Lab è nata un po’ per caso. Da tempo avevo in mente di inserire nelle mie creazioni dei tessuti particolari, ma non trovavo mai quello perfetto. Quando ho conosciuto il progetto e mi sono approcciata al Kente ho visto subito che poteva avere grandi potenzialità e che avrebbe dato vita a delle creazioni molto particolari, uniche nel loro genere.

Pensi che fare parte di una rete sia un valore aggiunto per la figura dell’artigiano o del designer? Si è pronti, secondo te, a fare rete in questo settore?


Credo sinceramente che anche la figura dell’artigiano sia molto cambiata, come del resto molte figure professionali oggi giorno. L’artigiano di oggi non crea soltanto oggetti, ma è un po’ creatore, un po’ manager, un po’ grafico e chi più ne ha più ne metta. Il suo lavoro è dunque triplicato. Lavorare all’interno di una rete sicuramente lo aiuta. Lo alleggerisce dai mille pensieri che avrebbe se lavorasse da solo. Credo che fare “rete” sia un nuovo modo per dare vita e dignità a molti mestieri dimenticati.

Alcuni pezzi della collezione Korai x Kente by Ibekana Design, frutto di questa collaborazione, saranno esposti all'Homi Design dal 29 gennaio al 1 febbraio. Come ti senti al riguardo?


Molto contenta e soddisfatta, un altro desiderio si sta realizzando e sono grata a tutti quelli che mi sono stati accanto in questo periodo e a tutti quelli che invece mi dicevano che non ci sarei mai riuscita, ma ogni giorno dico Grazie a me stessa per averci sempre creduto, perché solo chi crede nei propri sogni può realizzarli, ed è proprio questo il mio obiettivo, far capire che i sogni vanno sempre tenuti vivi e mai dimenticati, prima o poi si realizzano per tutti.

Come si concilia tutto questo con la tua formazione e la tua professione di architetto?


Si concilia al momento, nelle poche ore a disposizione dei miei pomeriggi. Essere un architetto è un vantaggio per me perché affronto questo mondo del bijoux da un altro punto di vista, molto razionale e calcolato; dall’altra ho sempre la mia estrosità che sin dal liceo non mi abbandona. Un connubio perfetto per me.


Provo ad indovinare. La tua aspirazione più grande sarebbe quella di vivere di questo mestiere?


La mia aspirazione più grande è vedere felici le donne che indossano le mie creazioni. Vedere che ritrovano nei miei gioielli delle caratteristiche che gli appartengono. Fare solo questo come mestiere sicuramente è un altro piccolo desiderio, ma non è questo al momento l’importante.

Qual è secondo te il problema attuale per chi sceglie di diventare artigiano?


Sicuramente il problema principale sono le tasse, ho visto tantissimi artigiani dover chiudere le loro botteghe perché non arrivavano a fine mese. Hanno dovuto ripiegare su altri tipi di lavori che non competevano loro; ho visto anche persone cadere in depressione e, credetemi, la cosa è molto sconfortante. L’artigiano ha bisogno del sostegno dell’intera società che riconosca il suo valore e lo aiuti a portarlo avanti e non standardizzando tutto e tutti.


​​Secondo te come viene percepito l’artigianato oggi? Si può parlare di innovazione nel settore?


Come detto prima, oggi l’artigiano non è più il piccolo Geppetto che sta tranquillamente nella sua bottega. Ma sono giovani che vogliono vivere di arte e creatività, che non realizzano soltanto oggettistica, ma devono pensare a come farsi pubblicità nel miglior modo possibile e senza eccessivo spreco di soldi, devono essere attivi sui social, mettere online un sito per farsi trovare da chi non è della città. Vanno nelle fiere, si aggiornano, partecipano ai concorsi per riattivare la loro vena creativa. Credo che forse è uno dei mestieri più complicati oggi giorno.


Cosa consigli a chi come te ha nel cuore una passione e vorrebbe portarla avanti?


Sicuramente consiglio di seguire sempre la propria passione, che sia lavorare all’uncinetto o lavorare il legno. Bisogna aggiornarsi sempre tramite corsi di specializzazione e osservare quello che realizzano gli altri, non ovviamente per copiare, ma per creare una leale competizione. Ma, soprattutto, suggerisco di dare tempo al tempo: non si ottengono le cose subito come per magia, ma il percorso deve essere gustato, assaporato, rispettato, perché l’obiettivo secondo me non deve essere creare per “fare soldi” (se ragioniamo così, non andremo da nessuna parte), ma bisogna creare con amore per trasmettere amore e, ne sono più che certa, il resto verrà da sé.

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